Si parla tanto di vivere la vita dei propri sogni, di incontrare il nostro vero sé. Ma cosa vuol dire? Per me vuol dire entrare in connessione con l’aspetto infinito che è in noi. Imparare a conoscerlo, a conoscersi. Come l’universo così l’anima.
Secondo me capire chi siamo, ritrovare quella connessione con il nostro nucleo e con il divino che vive in tutte le cose, è la ragione principale di ogni esistenza.
Trovare quel punto fermo dentro di noi, mentre tutto attorno cambia e si muove.
La vita è caotica, anche quando ricerchiamo ordine ed equilibrio. Un equilibrio precario che cambia spesso, perché la vita cambia, evolve e non aspetta. A volte dobbiamo lasciare che il caos forgi in noi qualcosa di nuovo e meraviglioso, altre volte invece dobbiamo trovare il coraggio di fare ordine tra tutti i pezzi dell’esistenza sopravvissuti alle tempeste.
Una cosa è certa. Da soli a volte è difficile. È vero il viaggio è individuale, solo noi abbiamo la chiave per trovare l’equilibrio e conoscere la nostra essenza. Ma in questo viaggio abbiamo bisogno anche degli altri, delle nostre relazioni. Abbiamo bisogno di un sistema di supporto che ci aiuti quando la tempesta scuote anche i pilastri più saldi.
E oltre al nostro sistema di supporto terreno, abbiamo bisogno anche di ritrovare la nostra connessione divina e di imparare a nutrirla ogni giorno.
Guardiamoci attorno e siamo grati per il nostro sistema di supporto, grande o piccolo che sia. Può essere una persona, un animale, la presenza del divino sul nostro altare o nel nostro cuore. Qualcuno su cui possiamo contare.
Scriviamo un messaggio di gratitudine alle persone che ci sono vicine e facciamogli sapere quanto sono importanti per noi. Poi rivolgiamoci in preghiera al divino e ringraziamo per tutte le benedizioni che ci dona ogni giorno, anche quando facciamo fatica a vederle.
E nei giorni più bui, ricordiamo sempre che non siamo mai soli. Dio ha molte facce. E ci sarà sempre qualcuno a tenderci la mano.